domenica 11 ottobre 2015

Un post contro

E' passato proprio tanto tempo dall'ultimo post e mi sono lasciato scappare alcune occasioni per scrivere cose di cui poi mi sono dimenticato!
E si, i canguri mi tengono molto occupato!

Comunque oggi ne aprofitto per scrivere qui qualche riga polemica che avrebbe dovuto essere destinata ai piu' moderni ed immediati socials, o a qualche pagina di opinioni nella rete. Ma penso che qui, anche se con un risicato pubblico, possa avere una vita piu' lunga.
 

Si concordo, mandiamoli a casa, quelli che vengono per interessi economici.
Possiamo accogliere i rifugiati, ma non chi viene qua senza scappare dalle guerre.
Arrivano in cerca di lavoro senza i visti adeguati, spesso sperando di riuscire a fare i furbi o che le cose si risolvano con le preghiere. Dicono di essere laureati e accettano qualsiasi lavoro capiti, per poi piangere che non riescono a campare, che la vita e’ troppo cara. Si lamentano del cibo, della cultura, del clima, di come veste la gente. Fanno sempre comunella, sembra che non possano stare senza i loro connazionali, si ghetizzano, tanto che spesso mi chiedo che ci vengono a fare in un altro Paese se vogliono vivere senza mescolarsi coi locali, senza cambiare, adattarsi? Parlano a voce alta nella loro lingua e disturbano tutti. Credono di esser furbi e cercano scorciatoie, e poi si lamentano se non riescono a fare come va bene loro.
Sono insopportabili, e sono una vergogna.
Per favore, cerchiamo di mandare via questa marea di italiani che vengono in Australia in cerca di fortuna. Non stanno mica scappando dalle guerre. Cosa vogliono? Rovinare un paese che funziona? Rubarci il lavoro? Teneteli da voi. Perche’ consentite che partano?
Fermateli! Sono troppi! Non se ne puo’ piu’.

lunedì 15 dicembre 2014

Sydney siege

L'assedio di Sydney, come e' stato chiamato l'evento.
Credo tutto il mondo abbia visto e sentito di cio’ che e’ successo ieri a Sydney.
Un pazzo e’ entrato in un caffe’ in pieno centro alle 9 del mattino ed ha tenuto circa 15 persone, tra clienti e baristi, in ostaggio per 16 ore.
Il pazzo ha anche esposto una bandiera nera ad una delle finestre. Aveva una  scritta bianca, in arabo, che richiamava volutamente alla bandiera di quegli altri pazzi del cosidetto “stato islamico”. La scritta era pero’ semplicemente una comunissima professione di fede in Allah e Maometto.
Il centro di Sydney e’ stato chiuso, le persone evacuate, il traffico deviato, e le forze dell’ordine hanno preso possesso della citta’.
Come detto il sequestro e’ andato avanti per molte ore e durante il pomeriggio 5 persone sono riuscite a scappare.
Sembra che durante le notte uno dei sequestrati, il manager (34 anni) del locale, abbia approfittato di un mezzo pisolino del pazzo per tentare di disarmarlo. Ne e’ nata una collutazione ed il coraggioso ragazzo e’ morto. Sei secondi dopo lo, o gli spari, hanno fatto irruzione le forze speciali ed in circa 40 secondi e’ finito tutto, col terrorista morto e purtroppo una donna di 38 anni anch’essa deceduta.
Questa versione degli ultimi momenti del sequestro non e’ ufficiale, al momento.
 Si sa per certo invece che il pazzo era un rifugiato iraniano e che era in liberta’ in cauzione a seguito di alcune accuse di violenza personale, non meglio specificate. Si sa anche che il suo credo era fortemente in contrasto con quanto viene promosso dai pazzi dello stato islamico, che potenzialmente lo avrebbero condannato a morte per eresia. Il perche’ quindi si sia rifatto a quella organizzazione terrorista e’ per ora un mistero. Si sa anche che ha agito da solo.
Durante il lungo pomeriggio ha costretto alcune persone in ostaggio a parlare in sua vece in alcuni video messi su youtube. Chiedeva che gli venisse data una bandiera dello stato islamico, e che il PM parlasse con lui al telefono in diretta tv.
Queste richieste non solo non sono state ascoltate ma sono state bandite dai mezzi di informazione, i quali ne hanno parlato solo oggi. La motivazione sembra esser stata quella di non avere a che fare con l’opinione pubblica che interferisse con protocolli d’azione gia’ decisi. Inoltre le forze dell’ordine non sono intervenute per prime per non mettere a repentaglio le vita degli ostaggi.
 Trovo degno di nota due o tre cose:
I media hanno fatto esattamente cio’ che veniva loro richiesto, non diffondendo notizie e fatti disponibili per non intralciare, in un modo o nell’altro, le operazioni;
Non c’e’ stata nessuna intenzione di ascoltare le richieste del pazzo;
Si e’ intevenuti solo quando il pazzo ha sparato per primo;
Nessuno, e dico nessuno, e sottolineo nessuno, ha messo in discussione ne durante i fatti ne dopo, l’operato delle forze dell’ordine e delle autorita’. Nessuno. Nessuna polemica.
 Come gia’ capitato per alluvioni ed altri disastri, le forze dell’ordine ed eventuali volontari sono tenuti in grande considerazione e ringraziati continuamente per il lavoro che fanno, e maggioranza ed opposizione non si sognano minimamente di polemizzare su fatti tanto gravi. Non c’e’ nessun dito puntato, o come si dice in banania, nessun balletto delle responsabilita’.
Ovviamente ci si chiede perche’ il pazzo fosse in liberta’ su cauzione, ma sapendo che tutti operano secondo le regole, non si mette in discussione il giudice ma le regole, che verranno sicuramente inasprite, per quanto riguarda i rifugiati ed i sospettati di terrorismo, molto velocemente.
Sui social media poi c’e’ stato, e sicuramente c’e’ ancora, un dibattito tra australiani e americani in merito alle armi. Ci sono cittadini a stele e strisce che affermano che se qualcuno (tra i sequestrati) avesse avuto una pistola il tutto sarebbe durato pochi istanti (anche se con quanti morti non si sa..), e che non si capiva cosa aspettassero le forze dell’ordine a fare irruzione e sparare.
Ho letto personalmente alcuni interventi su FB e devo dire che coloro che laggiu’ si impegnano per dimostrare la bonta’ dell’essere armati mi fanno venire il voltastomaco.
In contrasto con questo elogio delle armi, qua tra I canguri e’ nato invece l’ashtag #illridewithyou che invita tutti a scambiate due parole d’amicizia, per strada, con chi si crede possa essere musulmano, per alleviare gli animi e capirsi meglio.
Questo non per dire che qua ci siano santi, c’e’ molta rabbia e anche odio in queste ore tra gli australiani, ma per sottolineare come, in risposta a quegli americani esagitati, ci si rifa’ all’orgoglio del multiculturalismo e alla rinomata accoglienza del popolo australiano.
Ancora, ed a questo proposito, e’ tornata la retorica in pompa magna. Come gia’ scritto in passato trovo questo autocelebrarsi molto stucchevole. Eppure ammetto che sentire tutti in tv parlare allo stesso modo, farsi coraggio, appellarsi al buon senso, alla giutizia, all’orgoglio australiano, al sacrificio di alcuni, all’eroismo di altri, ai valori della comunita’,  ti trasmette un senso di protezione, appartenenza e coesione e voglia di aiutare che non immaginavo e non avevo mai provato prima, (in baninia intendo).
ps-scrivere col correttore in inglese e' un incubo. Perdonate le lettere mancanti o invertite in automatic!

martedì 25 novembre 2014

Decorazioni e G20

Nelle ultime settimane vi sara' capitato di sentire nominare Brisbane a causa del G20.
 
L'evento e' stato importante per la citta' che solo un'altra volta, Expo88, e' stata sotto gli occhi della comunita' internazionale.
 
La preparazione e' iniziata, o forse dovrei dire, ha iniziato a raggiungermi, ben piu' di un anno prima. A lavoro sono arrivate puntuali e continue email di aggiornamento sulla situazione. Quale situazione? direte voi.
Beh, tutti gli uffici, i lavoratori, le aziende, i commercianti, i condominii, i residenti, i trasporti, i volontari, gli operatori turistici, i gestori dei parchi, le scuole, alunni e insegnanti, le piscine, i campi da gioco, gli ospedali, tutte le persone e tutte le attivita' in centro citta' hanno dovuto partecipare e prepararsi a qualsiasi situazione di emergenza. Non solo, ai vertici delle amministrazioni si e' discusso a lungo sull'oportunita' di chiudere il centro, in quali termini e per quanto tempo.
Insomma, consci delle proteste e delle violenze accadute in alter parti del mondo, non si e' lasciato nulla al caso. E in un eccesso di prudenza, che non fa mai male, alla fine si e' deciso di chiudere, in tutti i sensi, il centro citta', e mandare in ferie forzate tutti per una settimana, Non solo, nei tg hanno continuamente invitato la gente a non recarsi in centro e a farsi un bel weekend al mare.
Giusto per la cronaca aggiungo che tutti gli edifici del centro, nonostante la chiusura, hanno dovuto partecipare ad una lunga serie di simulazioni di evacuazione nei sei mesi precedenti, e per le tre settimane precedenti all'evento, tutti i parcheggi pubblici (interni ai grattacieli e altre strutture) sono stati resi inacessibili. 
 
Ma questa e' l'Australia, e la preparazione al G20 non ha comportato solo misure di sicurezza: con altrettanto anticipo sono stati creati nuovi gruppi di volotari, specificatamente istruiti,  per accogliere i visitatori (oltre 3000 ospiti internazionali di solo accompagnamento ai politici!), un nuovo sito turistico informativo specifico per l'evento, un mese di eventi artistici gratuiti e non in giro per la citta', treni e bus gratuiti, luci colorate su tutti i ponti e palazzi di Brisbane (luci controllate elettronicamente le cui combinazioni erano possibile pianificare, per chiunque volesse, tramite registrazione ad un sito web), e altro ancora.    
 
Insomma, se da un lato ci hanno scassato i maroni con la sicurezza, dall'altro e' stata una gioia uscire la sera, nelle settimane precendenti, a godere di luci, musica, bancarrelle, e aria di festa il tutto condito da un clima gia' estivo. 
 
Ma come e' andata alla fine?
Ovviamente tutto liscio e pacifico. I due o tre cortei di protesta erano formati da poche centinaia di persone che reclamavano diritti, rispetto e pari opportunita' per le comunita' aborigine e attenzione all'ambiente. Ho avuto l'impressione che nei siti italiani si cercasse di pompare "la protesta" ma non e' successo proprio niente degno di nota. Una partita di calcio in banania causa piu' disastri che 2 giorni di opinabili vertici internazionali da queste parti.
 
Ma a parte tutto volevo concludere segnalando il lavoro di decorazione che il comune ha messo in moto per abbellire i -pochi- grigi muri della citta' agli occhi degli ospiti.
Queste opere che vi segnalo sono spuntate dal giorno alla notte proprio vicino a dove lavoro, sui pilastri della linea ferroviaria:
 
 
 
Questo e' invece il sito ufficiale:
 


venerdì 8 agosto 2014

La denuncia ed il ritorno

Per qualche strano motivo l'anno finanziario in Australia finisce a giugno.

Dunque da giugno a ottobre si ha qualche mese di tempo per occuparsi delle tasse.

E mi diverte pensare a questo: in banania ci si occupa della complicatissima denuncia dei redditi, qua del ritorno delle tasse (tax return).

In banania ci si auto denuncia, o ci si dichiara (per pagare ulteriormente), qua si chiede al governo di avere i soldi indietro (che ritornano nelle tue tasche nel giro di qualche settimana).

Credo che basti considerare la scelta dei termini in questione per valutare il gap tra barzellette e realta'.  

lunedì 7 luglio 2014

IELTS test

Per il via del mio lavoro parlo con un sacco di gente, molti di questi studenti da ogni dove.

Ma c’e’ una cosa che accomuna tutti: l’ ielts test che devono fare per il visto o lo studio od entrambi.
Ebbene, tutte queste persone cercano il libro con gli esercizi per fare pratica, ma non lo vogliono pagare. Lo vogliono prendere gratuitamente, usato, strausato, unto e bisunto, rovinato, puzzolente e vecchio, probabilmente con parti irrimediabilmente rovinate, senza cd per l’audio, dalla biblioteca.
Ed ovviamente non c’e’ mai a disposizione perche’ l’ha sempre qualcun’altro.
Ed altre copie?
E altre librerie?
Ho l’esame tra dieci giorni!
Ebook non mi piace! Lo voglio di carta!
Ma perche’ minchia non ve lo comprate sto libro?
Ma dico io: da questo esame dipende buona parte del vostro immediato futuro, soprattutto incidera’ molto sulla vostra permanenza tra i canguri. Che un esame di inglese aleggiasse sopra le vostre teste lo sapevate da tempo. E allora, maledizione, non avete 50$ da investire su di voi?
 
Compratevi sto cazzo libro, tirchi maledetti! Volete studiare -bene- o no?
 
 

Per coloro che capitano su questa pagina in cerca di informazioni sul test, posso solo scrivere alcune considerazioni.
 
E’ un’esame che prevede quattro sezioni: ascolto, comprensione del testo scritto, scrittura e orale per ultimo.
L’ascolto puo’ risultare difficile perche’ non solo devi ascoltare un dialogo registrato, ma devi anche leggere le domande su un foglio di carta e scrivere le risposte. E’ vero che alla fine del dialogo si ha qualche tempo per scrivere, ma se non lo fai in tempo reale poi alcune informazioni non te le ricordi.
Quindi la mia opinione e’ che l’ascolto e’ una prova falsata dal fatto che bisogna ascoltare, leggere e scrivere contemporaneamente.
Non e’ giusto.
E’ pieno di informazioni come numeri di telefono, indicazioni, nomi, su, giu’, stazione qua, indirizzo e scappellamento a destra.
Una prova di ascolto andrebbe fatta con alcune frasi registrate in merito ad un tema, ed una persona che al termine ti pone una o due domande.

La lettura e’ la cosa che trovo piu’ facile.
Se avete problemi qui peggio per voi.

La scrittura e’ la parte piu’ difficile. O stupida. Difficile perche’ stupida.
Ritengo che un esame che debba valutare le tua conoscenza della lingua, debba darti un tema o lasciarti libero di scrivere qualsiasi cosa. Devono solo valutare che tu ti sappia esprimere su carta, e come.
Invece ti danno un tema neanche chiaramente diviso in sezioni, che per loro sono invece ben distinte, che tu devi sviluppare secondo cio’ che loro credono.
Tema sui social media?
Della tuo opinione non gliene frega niente.
Introduzione sui social media, perche’ si, perche’ no, conclusione.
Ripeto, della vostra opinione non gliene frega niente. Del fatto che sappiate scrivere non gliene frega niente. Dovete fare esattamente cio’ che  dice la traccia, e non dice, cioe’ lo schema che ho appena scritto io, con il numero di parole giuste per ogni punto. E basta.
Se scrivete un micro racconto da Premio Strega su quanto sono belli i social media fallite.
Questa e’ l’assurdita’ piu’ plateale.
Anche perche’ cio’ che vogliono per la prova scritta non e’ dichiarato da nessuna parte.
 
L’orale e’ una cagata.
Nel senso che devi solo parlare. Se sei capace di parlare in inglese, come dovresti, non ci sono problemi.

Altra considerazione.
Se si fallisce il test, nel senso che si prendono dei voti al di sotto di cio’ che serve al candidato, non e’ possibile sapere come e perche’ si e’ andati male.
Segreto.
Ma io ho scritto un racconto da urlo! Non andava bene. Perche? Non possiamo dirlo.
La mia opinione e’ che il test sia nato con dei buoni spunti ma che la messa in pratica sia assolutamente sbagliata.
La segretezza e’ ridicola ed accompagnata ad il costo dell’esame non puo’ farmi che pensare ad un certo aumma aumma all’italiana per incassare di piu’.
 
Odio questo test (per la cronaca l'ho sempre fatto degnamente - per questioni di visto l'ho fatto piu' di una volta).
 
Per chi lo deve fare: compratevi assolutamente quel cazzo di libro per esercitarvi!
Tirchi maledetti!