L'assedio di Sydney, come e' stato chiamato l'evento.
Credo tutto il mondo abbia visto e sentito di cio’ che e’
successo ieri a Sydney.
Un pazzo e’ entrato in un caffe’ in pieno centro alle 9 del
mattino ed ha tenuto circa 15 persone, tra clienti e baristi, in ostaggio per
16 ore.
Il pazzo ha anche esposto una bandiera nera ad una delle
finestre. Aveva una scritta bianca, in
arabo, che richiamava volutamente alla bandiera di quegli altri pazzi del
cosidetto “stato islamico”. La scritta era pero’ semplicemente una comunissima
professione di fede in Allah e Maometto.
Il centro di Sydney e’ stato chiuso, le persone evacuate, il
traffico deviato, e le forze dell’ordine hanno preso possesso della citta’.
Come detto il sequestro e’ andato avanti per molte ore e
durante il pomeriggio 5 persone sono riuscite a scappare.
Sembra che durante le notte uno dei sequestrati, il manager
(34 anni) del locale, abbia approfittato di un mezzo pisolino del pazzo per
tentare di disarmarlo. Ne e’ nata una collutazione ed il coraggioso ragazzo e’
morto. Sei secondi dopo lo, o gli spari, hanno fatto irruzione le forze
speciali ed in circa 40 secondi e’ finito tutto, col terrorista morto e
purtroppo una donna di 38 anni anch’essa deceduta.
Questa versione degli ultimi momenti del sequestro non e’
ufficiale, al momento.
Durante il lungo pomeriggio ha costretto alcune persone in
ostaggio a parlare in sua vece in alcuni video messi su youtube. Chiedeva che
gli venisse data una bandiera dello stato islamico, e che il PM parlasse con
lui al telefono in diretta tv.
Queste richieste non solo non sono state ascoltate ma sono
state bandite dai mezzi di informazione, i quali ne hanno parlato solo oggi. La
motivazione sembra esser stata quella di non avere a che fare con l’opinione
pubblica che interferisse con protocolli d’azione gia’ decisi. Inoltre le forze
dell’ordine non sono intervenute per prime per non mettere a repentaglio le
vita degli ostaggi.
I media hanno fatto esattamente cio’ che veniva loro richiesto,
non diffondendo notizie e fatti disponibili per non intralciare, in un modo o
nell’altro, le operazioni;
Non c’e’ stata nessuna intenzione di ascoltare le richieste
del pazzo;
Si e’ intevenuti solo quando il pazzo ha sparato per primo;
Nessuno, e dico nessuno, e sottolineo nessuno, ha messo in discussione
ne durante i fatti ne dopo, l’operato delle forze dell’ordine e delle autorita’.
Nessuno. Nessuna polemica.
Ovviamente ci si chiede perche’ il pazzo fosse in liberta’
su cauzione, ma sapendo che tutti operano secondo le regole, non si mette in discussione
il giudice ma le regole, che verranno sicuramente inasprite, per quanto
riguarda i rifugiati ed i sospettati di terrorismo, molto velocemente.
Sui social media poi c’e’ stato, e sicuramente c’e’ ancora,
un dibattito tra australiani e americani in merito alle armi. Ci sono cittadini
a stele e strisce che affermano che se qualcuno (tra i sequestrati) avesse
avuto una pistola il tutto sarebbe durato pochi istanti (anche se con quanti
morti non si sa..), e che non si capiva cosa aspettassero le forze dell’ordine
a fare irruzione e sparare.
Ho letto personalmente alcuni interventi su FB e
devo dire che coloro che laggiu’ si impegnano per dimostrare la bonta’ dell’essere
armati mi fanno venire il voltastomaco.
In contrasto con questo elogio delle
armi, qua tra I canguri e’ nato invece l’ashtag #illridewithyou che invita
tutti a scambiate due parole d’amicizia, per strada, con chi si crede possa
essere musulmano, per alleviare gli animi e capirsi meglio.
Questo non per dire che qua ci siano santi, c’e’ molta
rabbia e anche odio in queste ore tra gli australiani, ma per sottolineare
come, in risposta a quegli americani esagitati, ci si rifa’ all’orgoglio del
multiculturalismo e alla rinomata accoglienza del popolo australiano.
Ancora, ed a questo proposito, e’ tornata la retorica in
pompa magna. Come gia’ scritto in passato trovo questo autocelebrarsi molto
stucchevole. Eppure ammetto che sentire tutti in tv parlare allo stesso modo,
farsi coraggio, appellarsi al buon senso, alla giutizia, all’orgoglio
australiano, al sacrificio di alcuni, all’eroismo di altri, ai valori della
comunita’, ti trasmette un senso di protezione,
appartenenza e coesione e voglia di aiutare che non immaginavo e non avevo mai
provato prima, (in baninia intendo).
ps-scrivere col correttore in inglese e' un incubo. Perdonate le lettere mancanti o invertite in automatic!