martedì 29 novembre 2011

Disegnando Brisbane



Tempo fa avevo visto in tv un documentario su un ragazzo inglese, autistico.

A grandi linee mi ricordo che il bambino era sostanzialmente muto e quando aveva iniziato ad andare all'asilo erano sorti i primi veri problemi. Dopo poco tempo gli esperti gli diagnosticarono la sua malattia e la madre non sapeva cosa fare e come affrontare la diversita' del figlio.
Se non ricordo male fu quasi per caso che, a 5 anni, qualcuno mise Stephen, questo il nome, in un angolo con un foglio di carta ed una matita. Subito il bambino comincio' a disegnare e gli adulti intorno a lui rimasero sbalorditi.

Divenne chiaro che il disegno era il suo mezzo per comunicare e relazionarsi con il mondo.
Fu cosi' che con il sostegno di qualche specialista ben disposto, nonostante la mancanza di denaro della famiglia, il bambino fu spinto e stimolato a sviluppare il suo talento, convogliando nel disegno le paure, i vuoti, i pensieri e le gioie di una mente difficilmente analizzabile.

Non saprei quanto Stephen fosse gia' famoso prima del documentario, ma gia' a quel tempo si era cimentato nel disegno delle piu' incredibili strutture architettoniche e dei piu' complessi e vasti panorami urbanistici.

Non sapevo altro, ma ho appena imparato che Stephen attualmente gira il mondo continuando a produrre su delle tavole enormi scorci delle citta' che, immagino, lo invitano a disegnare.



Da sabato fino ad oggi pomeriggio si trova qua a Brisbane, ospite della State Library, impegnato in 4 giorni di disegno per mettere su carta la vista del centro cittadino di Brisbane, coi suoi mille palazzi dalle mille finestre.



Non ho potuto mancare e sono andato a vederlo all'opera.
Se ne stava la', circondato da una piccola folla sempre in movimento, con una bottiglia d'acqua, il succo, le penne di ricambio e l'Ipod nelle orecchie, a disegnare la capitale del Queensland.
A leggere il cartello informativo, Stephen ha fatto un volo in elicottero per farsi un' idea della City, e ha deciso di disegnare sfruttando il punto di vista della ruota panoramica di South Bank.
Mentre lavora Stephen ascolta HipHop, R&B, e altri generi simili della cultura di colore americana, e la sua visione di Brisbane rimarra' esposta per 6 mesi alla State Library, poi immagino che verra' messa in vendita.



La cosa piu' bella e' che per la maggior parte del tempo, mentre disegnava, Stephen sorrideva compiaciuto.



Ma non ho ancora scritto esplicitamente in cosa consiste il suo celebrato, e celebrale, talento.
Ebbene, Stephen Wiltshire disegna a memoria!



Sito ufficiale: http://www.stephenwiltshire.co.uk/
Vi consiglio di cliccare sul Live from Brisbane dove leggere il suo diario, vedere qualche foto, ed anche seguire un interessante video realizzato qua in questi giorni.

..se siete pigri invece..:
http://www.google.com.au/search?q=stephen+wiltshire&oe=utf-8&rls=org.mozilla:en-GB:official&client=firefox-a&um=1&ie=UTF-8&hl=en&tbm=isch&source=og&sa=N&tab=wi&biw=1138&bih=533&sei=QE3UTt-fBeaJmQXquK1s

domenica 20 novembre 2011

..e c'e' la principessa..

.. proprio in queste ore, dopo la visita della sua altissima babbiona, si aggira tra i canguri anche la principessa..

..ma si', dai.. quella australiana che ha sposato il principe tipo belga o che so io..

..i media locali sono tutti felici per questa visita! L'ex ragazza della porta accanto si comporta proprio come una principessa e si veste proprio come una principessa! E' proprio una principessa, la principessa! Pensare che e' australiana!
(questo il sunto dei commenti televisivi)

Se non avete capito chi e' non importa. Se avete il coraggio di cercarla su internet e di usare cosi' il vostro tempo, la troverete facilmente!

Per me basta ed avanza, mi fermo qui!

lunedì 14 novembre 2011

C'e' la Regina!


Ma che ne sapete voi, sudditi senza un Re!

Qua infatti e' da poco finita la visita della Regina alla provincia australiana!
Inutile dire che i sudditi locali sono andati in visibilio e che ovunque si e' ripetuto il solito rito della passeggiata regale, con la vecchia circondata dai piu' devoti leccapiedi.
D'altronde gli australiani avevano avuto l'occasione di disfarsi della vecchia e dei suoi costi nel '99, quando con un referendum si dicise, a dire il vero con una maggioranza esigua, di continuare a pagare le tasse ad una famiglia di stronzi dall'altra parte del mondo.
I miei colleghi si affrettano a precisare che alle nuove generazioni non gliene puo' fregar di meno e che l'indipendenza dell'Australia non e' lontana.

Mentre dunque aspettiamo che la Storia si compia, commento brevemente cio' che ho visto in tv.
Ho avuto modo di seguire sua altezza in quel di Perth, dove ha ringraziato il pubblico con un discorso scontato fino alla farsa, privo di ogni originalita', e soprattutto letto paro paro dal foglietto che aveva in mano. Ma dico: e' una vita che vive alle spalle dei suoi sudditi al solo scopo di fare discorsi, ancora non ha imparato a non leggere?
Unica nota positiva: la brevita'. Che pero' se fossi stato suo suddito non ci sarei rimasto molto bene, dato che erano anni che non si faceva vedere e che probabilmente sara' la sua ultima..

Altra cosa pessima e' stata la passeggiata, coi sudditi opportunemente ammaestrati a donare incessantemente chili e chili di bellissimi fiori messi immediatamente da parte senza neanche uno sguardo, e i bambini di scuola a donare disegni e oggetti da loro creati, ugualmente ignorati e che non hanno scalfitto minimamente l'animo di Sua -troppa- Altezza.
Era ovvio, nonostante il commento tv entusiastico, che per la vecchia si trattasse dell'ennesima noiosa parata della quale avrebbe potuto farne a meno.
Peccato veramente che gli australiani non le abbiamo fatto capire che anche loro possono fare a meno dell'unica monarchia europea che si comporta ancora come fosse nell'800.

Per quanto mi rigurda, la vecchia e' passata anche a Brisbane, e quella che segue e' la distanza minima a cui sono arrivato dalla regina:

la folla, sull'altra sponda del fiume, si prepara all'arrivo di sua Maesta'. A me sono mancati gli ultimi 500m e un ora di attesa. Ma avevo da fare cose piu' importanti..

L'immagine del titolo ritrae sudditi volenterosi e ben vestiti (!) che si recano a salutare la Regina

martedì 8 novembre 2011

Fioriture

Cari lettori affezionati!
Come passa veloce il tempo quando si sta' sottosopra!
Tento di recuperare un po' di tempo perduto con alcuni post che spero di sfornare tra oggi e domani.
Prima di tutto devo parlare della primavera! Se aspetto ancora un po' non avra' piu' senso!

Nello stesso periodo in cui le strade di Brisbane si trasformano in pericolosi campi di caccia delle magpie, le soleggiate vie di questa verde citta' si tingono di tre colori in particolare: il viola, il giallo ed il rosso.

Si tratta di 3 diversi alberi che fioriscono in questo periodo e la cui chioma si trasforma completamente in nuvole colorate che spuntano qua e la' tra le case, le macchine ed i parchi di Brisbane.

Il piu' comune da incontrare e' il viola. Si tratta dell'albero della Jacaranda, che si divide in non so quante diverse varieta'. A quanto pare questa pianta proviene dalla zona tropicale americana, ed e' stata poi trapiantata in giro per il mondo nelle zone con clima simile.
Ecco qua un bel link con foto della Jacaranda in fiore a Brisbane.

Il secondo colore piu' comune in questo periodo, a parte il verde, e' il rosso, ed e' dato dal Brachychiton acerifolius, o cosi' almeno ho capito! In inglese lo chiamano semplicemente Flame Tree, albero fiammante(?), e si tratta di un albero locale! A quanto pare adesso viene piantato un po' in tutto il mondo ma dicono che solo da queste parti, col clima giusto, raggiunga i 40 metri d'altezza!

Infine il giallo, che e' dato dal Golden flame tree, albero dalle fiamme d'orate(?), ossia il Peltophorum pterocarpum! Questa pianta e' originaria dell'est asiatico ed e' diffusa anche nell'Oceania fino alla Hawaii.

Non ho trovato foto decenti degli utlimi due alberi in quanto su google viene fuori un fritto misto globale che fa solo confusione tra nomi e specie..

Vi posto allora 2 foto fatte da me l'altro giorno del Flame tree e dello Yellow flame tree:

Timido e giovane Flame Tree in un caratteristico viale cittadino

Yellow flame tree nei dintorni dell'altura di High Gate Hill, con alcuni palazzi della city, oltre il fiume, sullo sfondo. C'e' anche una spennacchiata Jacaranda sulla sinistra.


Certo non sono 2 foto grandiose, ma se ricordate il fatto che ho perso il cellulare, con cui facevo le foto per il blog, e che queste sono fatte al volo dalla macchina, sono certo mi scuserete!

domenica 9 ottobre 2011

Il Gorilla fortunato e la cacca misteriosa


Mi rendo conto di essermi assentato parecchio, ma spero capirete che non posso rischiare che il mondo si fermi senza i miei interventi giornalieri!

Mi e' anche successo di aver perso il cellulare con le foto che avevo scattato in giro per le strade, per le quali avevo pensato a nuovi bellissimi post. Tutto perduto!

Cosi' le settimane son volate via senza aver l'occasione di scrivervi delle fantastiche cose che accadono da queste parti. Ma per fortuna c'e' il sindaco che mi scrive, o varie associazioni che mandano le loro riviste gratuite e che sono sempre fonte per i miei post.

Oggi sfrutto la rivista di un'associazione per la protezione degli animali che si chiama RSPCA. In realta', se non vado errato, questa non e' una bensi' l'unica associazione nazionale che si occupa dei cani e gatti randagi, ma anche di qualsiasi altro animale in difficolta'. E' molto grande, molto bene organizzata, e funziona unicamente con l'aiuto dei volontari e coi fondi raccolti dalle donazioni. 

Comunque la storia di oggi riguarda Gorilla, un Kookaburra che e' stato investito da un auto a Scone, nel NSW, e che, impigliato nel radiatore, ha percorso 700 chilometri fino a Brisbane!
Incredibilmente il mio pennuto preferito e' sopravvissuto all' incidente con poche e facilmente guaribili ferite. Portato nel piu' vicino centro della RSPCA, e' stato preso in cura dall'ufficiale per la fauna selvatica tale Leonie Rickard.
Leonie spiega ai lettori che i Kookaburra sono animali territoriali e che difficilmente sopravvivono se rilasciati in territori a loro estranei! In piu' anche un'assenza prolungata dal loro reame puo' metterli in pericolo di vita.
Fortunatamente Gorilla e' stato in grado di riprendersi velocemente e Leonie, tramite Facebook, ha organizzato una raccolta fondi per riportare Gorilla a Scone in aereo!     

Altra fortuna, nella sfortuna, capitata a Gorilla e' che il tutto e' accaduto in inverno, quando gli altri maschi sono meno combattivi riguardo le dispute sul territorio.

E passo ora alla cacca.

Non credo di averne scritto ma la presenza di un Opossum ghiotto di prezzemolo e basilico nei dintorni di casa, mi aveva costretto all' installazione di alcune reti ai bordi della veranda. Questo perche' durante la notte, completamente incurante della nostra presenza o meno, il quadrupede marsupiale veniva non solo a mangiarsi le nostre piante, ma anche a marcare la veranda come parte del suo territorio.
Le reti avevano risolto il problema dell'Opossum famelico e cagatore, ma circa dieci giorni fa sono stato testimone di una nuova bizzarria:


Come potrete notare una cacchetta marroncina e' stata timidamente adagiata sulle nostre mattonelle durante la notte. La foto documenta il secondo ritrovamento.
Ora, per esperienza posso dire che non e' opera dell'Opossum. E non dovrebbe essere neanche un altro tipo di quadrupede dato che per passare attraverso la rete l'animale dovrebbe essere piccolo come un topo, circa.
Dalla posizione del reperto, anzi dei due reperti fin qui ritrovati, la prima cosa a cui ho pensato e' che fosse stato un uccello poggiato sulla ringhiera. Ma ci sono due cose che mi  lasciano perplesso:
1- la cacca degli uccelli di solito e' bianca
2- la distanza della cacca nella foto dalla ringhiera stessa

Mi pongo quindi le seguenti domande scientifiche:
- Esistono specie di volatili che cagano come mammiferi?
- Quanto era grande l'esemplare relativo alla foto per aver rilasciato il suo ricordino a quella distanza dalla ringhiera?
- Si tratta forse di un altro insolito animale di cui non sono a conoscenza?

Negli ultimi giorni ho cominciato a sentire un Kookaburra ridacchiare nei dintorni di casa. Non era mai successo prima. Che i due fatti siano correlati?
Kookaburra, sei tu?? 


lunedì 22 agosto 2011

L'India e' vicina?



Non proprio, ma per un po' ci ho creduto.

Il fatto e' che in India vanno matti per il curry e sembra che lo mettano in ogni ricetta. L'odore della cucina indiana/curry e' talmente forte che spesso puoi indovinare la nazionalita' degli occupanti di un appartamento sin dal pianerottolo.

Da queste parti, essendo stata l'India colonia inglese, vivono e arrivano molti indiani in cerca di una vita migliore. Ed anche l'odore del curry e' comune ed inconfondibile.

E quindi?

E quindi mesi fa sono entrato in un supermercato rinnovato di sana pianta dopo l'alluvione e ho fatto visita alla sezione "pianticelle e spezie da coltivare e mangiarsi con gusto" (per non parlare della nuova sezione "formaggi e salumi europei"... mmm.. viva la globalizzazione..).
Dunque camminavo tra i vari prodotti con coltello e forchetta gia' in mano, quando ho visto vicino al basilico la pianta del curry.
Toh! Ho pensato. Il curry! La pianticella responsabile di un milione di ricette indiane!
L'ho presa incuriosito e l'ho portata al naso.

Boom!

Ora non tutti potranno capire. Chi non e' cresciuto sulle sponde incontaminate del buon vecchio Mediterraneo, forse non ha ben presente l'odore della macchia mediterranea durante l'estate.
Quando il sole cuoce il terreno e la sabbia, ed il vento spazza la bassa vegetazione cespugliosa. Quando camminando per raggiungere il tuo angolo preferito vieni investito da una miriadi di odori pungenti e piacevoli, a cui non fai molto caso ma che sei in grado di riconoscere al primo cenno. L'insalata olfattiva della salvia, del rosmarino, della cipolla e dell'aglio selvatico, del cisto, del timo, del lentisco, della ginestra..
.. e poi c'e' anche quell'odore, proprio vicino alla spiaggia..

Ecco: quando ho odorato la pianta del curry al supermercato un pugno di sensazioni mi ha assalito e per un attimo ho intravisto le amichevoli onde del Mediterraneo riflettersi tra gli avocado e le noci di cocco esposte.

E' incredibile quanto e' potente la memoria olfattiva e quanto un odore possa colpirti al cuore piu' delle immagini!

Curry?? Mi sono chiesto. Gli indiani si ingozzano di una pianta di cui non ricordo neanche il nome e di cui in Italia nessuno si cura?
Sono rimasto perplesso, l'ho lasciata la, e poi tra una cosa e l'altra mi ero dimenticato del mistero.

Qualche giorno fa sono andato a comprare nuove piantine per le nostre ricette e cosa ho beccato in esposizione vicino al rosmarino?
La pianta del curry. L'ho odorata. Si, non c'era dubbio: dovevo averla!

E' venuta a casa con la menta ed il timo, e l'ho piantata accanto all'amico rosmarino.
Due, tre, quattro volte al giorno me la odoro tutta, ed il suo odore significa estate piu' di ogni altra cosa.

Ho cercato su internet per capire il mistero del curry ignorato.
E' colpa degli inglesi, tanto per cambiare. Loro per sport davano nomi alle cose senza preoccuparsi delle conoscenze e delle culture altrui.
Hanno ridato il nome ad una comune e conosciuta pianta mediterranea, solo perche' il suo odore ricordava il curry (che e' una miscela di spezie) a qualcuno che era stato in India!

Maledetti testoni! Si tratta dell'elicriso!
Ed il suo odore non vuol dire curry ma estate, e caldo, e sole e mare!
Ma che ne sapete voi!

distesa di elicriso in Sardegna

lunedì 11 luglio 2011

Viaggiatori italici

Davvero poco tempo per il blog in questo periodo!

Ma mi passa tra le mani una pagina web del ministero degli esteri marsupiale e trovo conferma di cio' che ho sempre saputo:

gli italiani sono tendenzialmente cittadini di provincia, chiusi in vite preconfezionate dagli usi e costumi storici, ed anche preoccupati del giudizio degli altri.
Un sacco di ragazzi firmano 3 tonnellate di cambiali come Fantozzi al primo avvistamento di stipendio per comprarsi una macchina inutile che finirano di pagare a 50 anni. Si preoccupano dell'Ipad, Ipod, Iqui e Ili, il navigatore, le scarpe firmate e i risparmi di un anno per 15 giorni in un villaggio vacanze in Messico.

Ma fare un anno fuori casa, all'estero?
NO!! Non sia mai! E dove? E come si fa? E la macchina? E il navigatore? E l'esame? E il lavoro? E mamma? E gli amici al baretto il sabato sera?

Saro' pure cattivo e poco obiettivo, ma ho visto troppa gente vivere vite su binari preparati dagli altri. Troppa gente infelice auto-ingabbiata. Quelli che poi un giorno si svegliano a sparano a moglie, figli, nonne e passati. Ma era una persona tranquilla! Dicono poi i vicini..

Ma sto divagando!
Insomma, dalla pagina internet che ho trovato leggo questi dati:

Ragazzi inglesi sotto i 30 anni arrivati in Australia con un visto vacanza-lavoro di un anno nel 2010: 37.000
Ragazzi koreani bla bla bla: 34.000
Tedeschi: 20.000
Francesi: 18.000

Italiani? 5.000



lunedì 20 giugno 2011

Notizie sui backpackers


Aggiungo alcune curiose righe al discorso del post precedente.

Ho infatti appena letto una notizia che suona piu' o meno cosi':

Alcuni backpackers francesi sono sotto accusa per il dilagare di alcuni crimini nei supermarket del Western Australia midwest.
Sono forse 20 i turisti francesi accusati di furto nei negozi Woolworths e Iga.
In alcuni casi sembra che i giovani abbiamo aperto e consumato delle confezioni di cibo all'interno del supermercato senza poi dichiararlo alla cassa.
Secondo al polizia, su alcuni siti web sarebbero comparsi commenti che incoraggiano i connazionali a ripetere 'la tecnica', garantendone l'efficacia.
Sempre secondo la polizia, i turisti avrebbero sottostimato le distanze da percorrere nel Western Australia ed i costi della vacanza.

giovedì 16 giugno 2011

Sui viaggi e dintorni


Come accennavo nel post Multimediale, esiste una tipologia di viaggio che da un lato e' molto comune, dall'altro e' quasi sconosciuta, o forse conosciuta ma ignorata da molti residenti nello stivale.
Si tratta del fare backpacking.

Non sono un esperto, ma da quello che ho imparato potrei definire il backpacking come l'attivita' del viaggiare con solo uno zaino sulle spalle senza preoccuparsi troppo della pianificazione del viaggio stesso, schivando l'utilizzo dei comuni canali del turismo di massa, tra i quali l'evitare il dormire negli alberghi e' forse l'espressione piu' evidente.
Il backpacker, colui che viaggia in questo modo, solitamente si addormenta negli ostelli, definiti a loro volta con lo stesso termine backpacker, per lo meno qua.
Queste sistemazioni sono solitamente spartane ma confortevoli. Offrono posti letto in dormitori da 4, 6 o 8 posti, divisi in maschili e femminili, a prezzi molto convenienti. I bagni sono in comune, un po' come in campeggio, e c'e' sempre una grande cucina di tutto fornita per permettere agli avventori di prepararsi i proprio pasti. Tavoli, panchine, tv e libero scambio di libri e film e musica sono un ulteriore segno distintivo, e non mancano ostelli in cui e' possibile farsi anche il bagno in piscina, utilizzare la grande rete gratuitamente, e prenotare gite ed escursioni varie.
I backpackers sono luoghi di ritrovo, stazioni di servizio per il viandante, dove ci si incontra, si pianificano le tappe dei prossimi spostamenti, si scambiano consigli, indirizzi, si trovano nuovi amici, si salutano i vecchi compagni di viaggio, si trova l'amore, lo si lascia, si sogna dei prossimi tramonti e si pensa ai conoscenti lasciati indietro, a casa, si aggiorna il proprio blog.

La popolazione di backpackers presente in questo lato del mondo, e mi riferisco a tutto cio' che c'e' dall'India in poi, e' molto ma molto piu' elevata di quanto una persona che non lo ha mai praticato possa immaginare.
Da un lato si offre la possibilita' di viaggiare e arrivare a qualunque meta, a costi veramente contenuti; dall'altro il 'vagabondo' assapora quel senso di liberta' e scoperta che poche volte al giorno d'oggi si puo' provare, e contemporaneamente spende i suoi risparmi portando denaro anche a quelle comunita' solitamente ignorate dai canali turistici ufficiali.

Abitando in Banania, un paese in cui tutto e' una presa per il culo, e' difficile capire o convincersi che per vedere ad esempio l'Opera House di Sydney puoi cavartela con 30 dollari a notte, invece dei 100 e piu' euro per una bettola schifosa in periferia di Roma o Milano.
La situazione della Madre Patria e' tale che, per ragioni culturali ed economiche, ormai marce, e' impossibile per un ventenne decidere di andare a vedere il mondo per un anno con poche centinaia di euro in tasca ed uno zaino sulle spalle.

Ma buona parte della gioventu' degli altri paesi avanzati lo fa.

Ventenni che gia' abitano da soli, con una laurea gia' in tasca, e che prima di immolarsi alla causa del lavoro partono alla scoperta di nuovi paesi e culture. Ovviamente qua si entra in un discorso che parte per la tangente e che non e' neanche possibile affrontare in uno spazio come questo.

La morale e' che e' possibile viaggiare senza spendere le cifre indicate dai tour operator, e che un Paese furbo come l'Australia si fa ricco sfruttando i risparmi dei giovani, mentre un Paese stolto come il mio, soffoca i giovani e si affida alla speranza che i gruppi di ricchi americani, russi, giapponesi e ora anche cinesi, non smettano di portare denaro in hotel e citta' dai costi assurdi.

La fortuna dell'Australia, oltre che ad una gestione intelligente, sta anche nella particolare costituzione geografica del Paese. La presenza del deserto nel cuore del continente ed una bassa popolazione affollata quasi tutta sulla costa est-sud/est, accanto ad una cultura di tipo occidentale, gettano le basi perche' il mito americano della frontiera non si estingua ed anzi trovi qui il suo ultimo baluardo.

I grandi spazi, la natura selvaggia, le strade piu' o meno asfaltate che spariscono all'orizzonte, le foreste pluviali ed il deserto, il caldo torrido ed il freddo, le spiagge e le scogliere, il senso di desolazione e di scoperta, l'assenza -visibile- di impatto umano, e contemporaneamente la presenza di sparute stazioni di servizio e degli ostelli per la notte, la fauna unica, rendono l'Australia una delle mete piu' ambite dai backpackers di tutto il mondo.

E' sufficiente per una volta andare a dormire in un backpacker, per trovarsi travolti da un fiume di giovani in giro per il mondo, partiti da soli ma in felice compagnia, in possesso di 2 o 3 lingue, allegri, speranzosi, avidi di cose nuove, o anche semplicemente fannulloni che si trascinano nella speranza di rimandare il ritorno alla vecchia vita.

E' il mito del viaggio e della frontiera che si incontrano.
In pochi chilometri si passa dai futuristici palazzi del centro ai sonnacchiosi quartieri fatti da mille casette di legno. Si arriva poi alla campagna dove e' facile, incrociando vecchi centri abitati e macchine degli anni '60, sentirsi come catapultati indietro nel tempo. Al boom americano con Elvis e gli hamburger serviti alle stazioni di servizio.
Poi ancora, quando i chilometri si fanno sentire, la desolazione aumenta, la vegetazione si fa povera, le macchine degli anni 60 diventano rottami, gli animali spuntano ad ogni angolo, i cowboy bevono birra e parlano in modo incomprensibile, i cespugli secchi rotolano sulla strada, le mosche si danno da fare sui cadaveri degli animali in cunetta ed eccoti in una strana versione del Far West.
La lancetta del tempo corre indietro, e piu' chilometri ti metti alle spalle, piu' ti senti un intruso in una terra che non ti stava aspettando.
Quando sei nel deserto, o nelle piane alluvionali del nord, in un canyon, in una desolata spiaggia dell'ovest, lungo un fiume, attorno al fuoco la sera, sotto un cielo stellato come pochi, allora a quel punto sei arrivato alla preistoria.
Il deserto non ti offre nulla ed i pochi aborigeni che possono ancora farlo, vivono in un tempo tutto loro, seguendo le loro stagioni, 7 se non sbaglio, e danzando i loro riti.
Le loro mani sono dipinte sulle pareti delle grotte accanto ai disegni dei coccodrilli, che sono la' da qualche parte e ti guardano passare, non visti.

Per molti non c'e' una meta. C'e' un tempo a disposizione da impiegare, possibilmente visitando piu' posti possibili, senza spendere troppo. Il viaggio e' lo scopo. Il viaggio e' la meta.
Come ci hanno insegnato tanti scrittori del passato, come ci mostra spensieratamente il video di Mraz da cui sono partito, come ha detto a tutto il '900 'On the road' di Kerouac, o come ci aveva insegnato gia' da tanto Ulisse.

Come da poco ci ha ricordato il film di grande successo 'Into the wild'.

Questa pellicola, che narra poeticamente il vero viaggio di un giovane idealista americano in cerca della liberta', tralasciando volutamente la stoltezza che l'ha guidato alla morte, ha creato nella figura di Chris McCandless un recente mito tra i giovani backpackers del mondo.
Non solo il backpacking e' un modo economico di viaggiare, ma con l'apporto di questa pellicola e' diventato anche un modo per protestare e manifestare la propria non appartenenza al mondo del capitalismo, o anche solo del bieco turismo di massa.

L'esempio, a mio modesto parere sciocco, di McCandless, il quale viaggiava nel modo piu' spartano possibile, vivendo anche scomodita' del tutto evitabili, e che ha trovato una morte del tutto evitabile dovuta solamente alla sua idiozia, ha influenzato molti giovani con l'idea del backpacking, trasformandoli in una massa enorme di aspiranti alternativi tutti esattamente conformi gli uni agli altri.

Ho visto esempi, ed anche ricevuto racconti di prima mano, di aspiranti ricercatori della verita', scalzi in giornate buone per la neve, addormentati su una panchina invece che nella tenda canadese, utilizzando un fornello da campeggio direttamente sull'asfalto di una strada desolata (anziche' appoggiarlo almeno sul cofano), perche' piu' scomodo e', piu' vicino alla poverta' mi pongo (senza rinunciare pero' a mettere le foto che lo testimoniano sul blog dal mio Iphone), piu' sono figo rispetto agli altri.
Ragazzi che di fronte ad un vasto panorama o all'arrivo dopo 2000km di macchina urlano al cielo 'Supertramp!', ossia il nomignolo che Chris McCandless si era scelto.

Cosi' capita che accanto a tanti giovani semplicemente in viaggio, ci siano anche ragazzi preoccupati che l'esperienza sia estrema per le sue scomodita' e che foto e quant'altro ne attestino l'avvenimento al resto del mondo, e che li faccia entrare nel club assurdamente affollato ed omogeneo degli alternativi per forza.

Qui si conclude questa panoramica sul backpacking per come l'ho conosciuto qua tra i canguri.
Inviterei tutti per una volta a fare un viaggio on the road, senza prenotazioni e senza mete imperdibili, ma solo mete possibili. Soprattutto senza sciocchi estremismi. Possibilmente partendo da soli, come fanno quasi tutti. Ma come, da soli?
Si', perche' come diceva quello:

'Se parto da solo sono sicuro che incontrero' degli amici.'

lunedì 13 giugno 2011

Due post veloci: Che freddo 2


Altro capitolo.

Per la prima volta a Brisbane arriva la pista, errante, per pattinare sul ghiaccio!
Del tutto simile a quelle che ora e' di moda installare nelle piazze delle citta' italiane, ma immagino anche del mondo intero, che vogliono darsi un tocco giovane e moderno.

L'hanno appena inaugurata e rimarra' nella piazza del comune per 3 settimane (un po' poco..).
E'stato strano avere il bianco ghiaccio li' ad un metro da me, ma ancora piu' strano vedere questa creazione che suggeriva freddo, immersa in un contesto cosi' sbagliato!
Vero e' che e' inverno e che la settimana scorsa abbiamo toccato i 13 gradi, ma oggi ce n'erano piu' di venti ed il sole splendeva come al solito!
Nessuno indossava un giubbotto o i guanti o che so io.. una sciarpa. Erano tutti accaldati ed il ghiaccio della pista si scioglieva! Ogni 45 minuti la chiudevano per manutenzione.


Ecco la piazza occupata dall'evento, con la pista che rimane nascosta dai tendoni che ospitano le rivendite di alcolici. Da notare le palme..

Ora, tornando al discorso delle stagioni e della gente confusa del post precedente, oggi non ho potuto che pormi altre surreali domane. Del tipo:
Perche' a parte i tendoni, le altre strutture erano finte baite di ispirazione tedesca?
Perche' le finte baite vendevano tutte birra tedesca e wurstel e crauti?
Perche' le scritte erano anche in tedesco?
Che ci facevano le lucine di natale e gli alberi di natale?
Che relazione esclusiva c'e', nella mente degli organizzatori, tra il pattinare, la germania, l'inverno ed il natale?

C'e' forse un complotto in tutto questo?

Le baite da vicino: possiamo notare qualche birra sul bancone piu' vicino, un albero di natale, le lucine, le tovagliette a quadri celesti e una ragazza seminascosta servire wurstel. Tre delle persone in fila sono in calzoncini..

Ecco qua l'albero da vicino e la scritta in tedesco! Anche il costume della tipa rimanda alla Germania?


La pista di pattinaggio. C'e' uno in shorts e magliettina. Vi ricorda qualcosa?


Due post veloci: Che freddo 1

Prima di scrivere dei viaggi come avevo promesso, vi sparo al volo due post belli freschi.
E' infatti arrivato l'inverno!

Giovedi 9 per Brisbane e' stata la giornata di giugno piu' fredda dal 1916!

La temperatura massima ha toccato l'incredibile limite di soli 13 gradi centigradi. Della minima non se ne e' parlato, se ve lo state chiedendo. Sara' stata sui 9, su per giu'.

Devo dire che a causa di tutto un giro d'aria polare che non vi sto a spiegare, e che non conosco, per diversi giorni la massima e' stata al di sotto dei 20, rallentando sensibilmente le mie funzioni vitali.
E' strano pensare che se fossi stato nello stivale ci avrei messo la firma, per questo inverno, mentre ora rabbrividisco!

In ogni caso la cosa piu' curiosa di tutto questo e' che i cittadini di Brisbane, quelli cresciuti qui, ecco... forse loro delle stagioni hanno imparato a scuola.. ma sembrano non capire bene come funzionino, o cosa comportino.. o forse se ne fregano semplicemente.

Non e' raro, anzi, incrociare per strada persone vestite come se si fossero svegliate a gennaio e per un malefico incantesimo si siano ritrovate al freddo di giugno.
Io non me ne capacito, e mi chiedo sempre:
Ma dov'erano tutta la settimana? Non si sono accorti che l'estate e' finita da un pezzo? Non hanno visto le previsioni? Non hanno guardato fuori dalla finestra prima di uscire?

No.

13 gradi, vento e pioggia. Cosa c'e' di meglio dei pantaloncini del pigiama per andare in giro?



Il giorno dopo. Temperatura poco piu' alta. Un pallido sole esce nel pomeriggio dopo la pioggia. Ma questi due passeggiano in centro in magliettina, shorts e ciabatte. Non si sono accorti di niente?



Questo ha vinto la giornata! Era forse in spiaggia?


Ma non fraintendetemi! Queste non sono le foto di 3 tipi strani che ho beccato per strada. Queste sono solo 3 foto di una marea di gente che esce in calzoncini e ciabatte SEMPRE.
And I wonder...




domenica 5 giugno 2011

Multimediale


Siamo a giugno e per molti lettori oltre l'equatore l'estate e' ormai alle porte.
Allora questa volta vi propongo tre canzoni per rallegrare la vostre giornate.

La prima si intitola "Opportunity" ed e' cantata da Pete Murray. Si tratta di un artista di Brisbane che ha avuto un discreto successo internazionale con la canzone "So beautiful" Come noterete dal video che segue Pete, cosi' come sembrano essere tutti gli ozy, e' una montagna d'uomo: alto e largo quanto un armadio! Non per niente ha un passato sportivo in una squadra di football della zona.

"Opportunity" e' molto carina ed il testo si rifa' alle cose che capitano nella vita.
Direi che la frase che merita di piu' sia:

Don't be scared of what you cannot see
Your only fear is possibility
Never wonder what the hell went wrong
Your second chance may never come along

Non essere spaventato da cio' che non puoi vedere
La tua unica paura sono le possibilita'
Non chiederti mai cosa diavolo ando' male
Una seconda possibilita' potrebbe non arrivare mai



La seconda canzone appartiene invece ad un famoso artista americano di nome Jack Johnson. Jack e' nato alle Hawaii ed ha iniziato a surfare a 5 anni. Trasferitosi in California per studiare, ha poi iniziato a cantare combinando la sua passione per il mare con le sua musica.
C'entra poco e niente con l'Australia se non per questo sfiziosissimo video girato tra le onde, in grado di trasmettere la bellezza, la grazia e la serenita' che l'attivita' del surf e' in grado di emanare. E l'Australia come sappiamo e' patria adottiva del surf.


Da notare che Jack si diletta anche nel bodysurf, l'arte di prendere le onde senza l'uso di strumenti. Per alcuni, la vera e piu' pura espressione del surf.

Infine vi lascio con Jason Mraz che canta un'allegra canzoncina spensierata nella quale invita una fanciulla a "lasciarsi andare" (causa brevita' della vita - capirete).
Trattasi di un altro americano per il quale il trasferimento in California ha portato fortuna.
In questo caso il video e' girato alle Hawaii e non poteva mancare un strizzata d'occhio al surf. Ma cio' cui dovreste prestare attenzione e' il fatto che Jason apparentemente gira per l'isola di Oahu con uno zaino sulle spalle e vivendo alla giornata.
Si dice maccheronicamente che fa Backpacker, o che fa il Backpacker. Ed e' proprio di questo, dei viaggi, dei giovani, dell'avventura e del mito del confine del mondo, e dintorni, che tentero' di parlarvi nel prossimo post.

I'm yours by Jason Mraz

(Purtroppo dovete cliccare sul link per questa ultima canzone)

venerdì 3 giugno 2011

Intervallo 2


Si, e' un periodo che i canguri richiedono piu' attenzione del solito..

Allora mentre tento di recuperare i fili degli argomenti che avevo in mente, vi sottopongo alcune foto fatte recentemente.

Non so bene dove stia il trucco del cielo australe. Non so se per qualche ragione appaia piu' sconfinato di altri, o se forse ho semplicemente passato troppo tempo sotto il triste cielo padano, muto e opaco come i fiumi inquinati, che non ricordavo piu' come dovrebbe essere veramente la volta celeste.
Magari la verita' sta nel mezzo.

Fatto sta' che capitano giornate di un cielo incredibilmente blu ed immacolato, con una luce accecante, l'aria frizzante di un inverno che in realta' non sboccia mai, e la vista che si perde facilmente verso le grandi dune si sabbia di Moreton, o gli strani picchi delle Glasshouse Mountains.
Altre volte passano nuvoloni gonfi come balene. Rotolano da una parte all'altra velocemente, portando strascichi di pioggia che un momento sono poco piu' di vapore, un altro secchiate furibonde. E vedi le colonne d'acqua arrivare, specie quando guidi per la Ipswich road verso sud, oppure sui colli della citta' come Highgate Hill, verso il mare. Da un lato i raggi di sole che filtrano tra i buchi delle nubi, dall'altro tende nere e verticali che si spostano velocemente sull'orizzonte.
E l'orizzonte appunto, spesso appare cosi' lontano, ed il cielo cosi' grande, che ti soffermi ai semafori col naso all'insu' e pensi semplicemente: "Wow!"

Da quando l'estate e' finita poi, i tramonti sono spesso spettacolari. Talmente spesso che ho decine e decine di foto fatte dalla finestra, tutte simili e tutte diverse. Dovrei sceglierne alcune e buttare le altre, ma sembra un peccato.

Vi posto qualche foto fatta qua e la..


Uno dei tanti tramonti


Insolita atmosfera sulla citta' ripresa dal New Farm Park


Cielo nero e sole splendente a fine pomeriggio


Fuoco a fine giornata


A Sandgate, una colonna d'acqua si avvicina dal mare a rinfrescare la temperatura


Nessuna foto e' stata ritoccata!


Contrasti. La' dove il cielo dovrebbe essere piu' scuro e' invece curiosamente illuminato. Da cosa?


Fine giornata sulla piscina pubblica di South Bank, ed il cielo si tinge di rosa


L'alieno


Ennesima versione di un tramonto da casa. Come ci si puo' stancare?

ps: Intervallo 1 potete trovarlo qua