venerdì 31 dicembre 2010

Review 2010

Mentre voi state li a smaltire le sbornie dell'ultima notte dell'anno con la coperta sulle spalle e le pantofolone con il peluche, io sto gia' qua a lavorare al nuovo anno!

Ed allora beccatevi questa breve selezione dei miei post del 2010 (e non) per rinfrescarvi le idee sull'Australia:

Allarmi climatici? ecco qua:

Semplicita' australe?

Pubblica amministrazione?

Case?

Cosa guidano i tamarri?

Religione?

Mentre questo e' stato probabilmente il mio post preferito, perche' varca i confini di questo continente e affonda nella storia del Pacifico, dell'Europa coloniale, delle culture dimenticate o quasi, nello sport e nella letteratura. Rimanendo pero' un tema tremendamente australiano:

Ed infine il post in cui potete ascoltare il canto del Kookaburra, questo imperturbabile tipo di Kingfisher dall'incredibile verso che qualche volta mi sveglia la mattina ma che non ho ancora registrato con la mia telecamera:

Buon 2011!

martedì 14 dicembre 2010

Terrificanti storie natalizie 2


Ho la sensazione che per il resto di dicembre avrò poco tempo per scrivere, quindi mi appresto a consegnarvi un minestrone che potrete riscaldare quando più vi pare..

Nel nord dell'Australia, vicino Darwin, c'è un bellissimo ed immenso parco nazionale che risponde al nome di Kakadu National Park.
D'estate, cioè un questo periodo, si allaga e tutte le strade diventano impercorribili ed i coccodrilli arrivano fin sotto la vostra finestra. Ma durante la stagione secca è accessibile ed è raccomandabile visitarlo, se si può.
Oltre alle centinaia di specie di uccelli che vi nidificano, presenta numerose e bellissime cascate, laghetti, termitai altri 3 metri, canguri e coccodrilli, alture e caverne nelle quali, migliaia di anni fa, gli aborigeni avevano lasciato prova della loro arte.
E proprio nella località d'arte rupestre di Nourlangie Rock è morto l'ultimo turista in ordine di tempo.

Lo scorso 31 ottobre un signore tedesco di 63 anni ha pensato, dopo aver visto le famose decorazioni, di fare il giro della roccia seguendo il percorso di 12 km nella foresta. Ma a quanto sembra ha deciso di farlo dada solo, in pieno giorno, con temperature elevate e senza essersi portato dietro un sorso d'acqua.
Esattamente il contrario di quello che viene consigliato di fare.
E che sarà mai? Avrà pensato l'escursionista.

Il fatto è che il sole da queste parti è proprio senza pietà, e quando picchia, picchia pesantemente.

Sembra che il tedesco abbia percorso tre quarti del cammino e che poi sia andato in confusione, uscendo dal sentiero e perdendosi tra gli alberi. (che non offrono ombra come nella foresta pluviale ma sono piante alte e fini con foglie generalmente minuscole).
Insomma, ha perso la testa, ha perso il sentiero, e senza l'ausilio di bestie feroci, ha anche perso la vita per disidratazione.

A questo proposito mi viene in mente un fatto che è successo nel 2005, se non vado errato, di cui però non trovo traccia sul web.

A memoria vi dico che due turiste, zia e nipote, hanno deciso di fare un viaggio attraverso l'interno del continente. Ma la sfortuna ha voluto che la macchina le piantasse in asso proprio nel mezzo del nulla. (In realtà nel -quasi- deserto interno le condizioni ambientali sono tali che è probabile che una vettura non perfetta soffra problemi meccanici).

Così le due donne, vista l'inutilità della macchina, hanno deciso di mettersi in cammino verso la più vicina località sulla mappa. (50, 100km? non ricordo..).

E questa decisione è costata loro la vita.
Viene sempre ricordato, infatti, che in casi come questo la miglior cosa da fare è allestire un segnale sul terreno ed aspettare all'ombra della vettura, razionando l'acqua il più possibile. Se si aspetta per uno, due, tre, quattro giorni, alla fine qualcuno vedrà la vostra macchina, ed immaginando il peggio, correrà ad aiutarvi.

Così infatti è successo. La loro vettura è stata trovata dopo 3, forse 4 giorni, ma delle due occupanti non c'era nessuna traccia. Le hanno trovato morte per disidratazione il giorno dopo, a neanche metà strada dalla loro probabile metà.

Per farvi capire meglio la situazione, vi dico che a seguito dei numerosi decessi di turisti nel deserto, per il terzo anno consecutivo il governo del South Australia ha deciso di chiudere il deserto, per quanto strana possa sembrare questa frase.
Il Simpson Desert è attualmente inacessibile, dallo scorso 1 dicembre al 15 marzo prossimo, quando le temperature giornaliere si aggirano tra i 40 e i 50°c.
Dice il Distric Ranger della zona che le uniche persone ad avventurarsi nel deserto d'estate sono turisti, e che la maggior parte di loro provengono dall'Europa dove non hanno mai avuto modo di scontrarsi con le estreme condizioni climatiche del deserto, nè tantomeno di guidare una vettura su terreni così particolari. E che solitamente non sono attrazzati con radio o telefoni satellitari, nè si portano dietro i kit di emergenza. Da qui l'alto tasso di mortalità dei visitatori e la conseguente chiusura del deserto!

E adesso vi faccio fare un salto di qualche migliaio di chilometri e vi porto lungo la costa nord-est del Queensland, al cospetto dell'immensa, strabiliante Barriera Corallina, dove l'acqua è sempre calda, smeraldina e ricca di vita. Un luogo (in realtà 2000km di luoghi) dove ogni giorno migliaia di turisti si fanno scorrazzare in barca per fare le immersioni o anche solo snorkeling ed ammirare una vista che neanche il più bello degli acquari potrà mai simulare.

E qui che nel 1998 si sono perse le traccie di Tom ed Eileen Lonergan, una coppia americana in vacanza. Esperti sub, sono entrati in acqua con tutti gli altri e, per un'incredibile svista, allor quando era ora di tornare indietro, nessuno si è accorto che mancavano all'appello.
La barchetta degli allegri gitanti è tornata in porto e solo dopo due giorni l'equipaggio ha fatto caso allo zaino abbandonato di Tom ed Eileen. Subito son partite le ricerche ma come potete immaginare dei due americani non è stata trovata traccia. (Probabilmente gli squali avevano qualche indizio però..)

Questa storia è talmente assurda che ne è stato tratto un film dal titolo Open Water e che col tempo si è pensato che i due avessero inscenato la scomparsa con l'aiuto di qualche complice. Vero è però che il loro conto bancario non è mai stato toccato e nessuno ha mai chiesto risarcimento all'assicurazione sulla vita dei due!

Nel 2003 la Barriera Corallina è stata teatro anche di un fatto di cronaca nera che ancora risuona nei tg australiani e americani.
Trattasi dell' Honeymoon Killer, ovvero il caso dell'omicida del viaggio di nozze.
In questo caso la ferocia dell'ambiente australiano centra poco, in realtà.
La solita coppia americana era in viaggio di nozze e avevano previsto di fare qualche qualche immersione tra i coralli. E' successo che dopo solo 7 minuti di immersione la fresca sposina abbia perso conoscenza e sia affogata in pochi metri d'acqua, mentre il marito correva in superficie a cercare aiuto. Il lato terrificante di questa storia è che un altro sub ha scattato accidentalmente la foto della morente povera ragazza, che potete tristemente trovare con una veloce ricerca, come questa.
Il marito, qua in Australia, è stato accusato e condannato per omicio dato che il suo comportamente sott'acqua non ha avuto niente a che fare con un tentativo di soccorso, bensì ha compiuto una serie d'azioni contrarie alle più comuni procedure d'emergenza.
Come immagino avrete visto dalla foto, il corpo della moglie si stà adagiando sul fondo mentre il marito lascia che affoghi in finta cerca di aiuto. (Ha in seguito chiesto di incassare il premio sulla vita dell'assicurazione da poco stipulata..)
Il fatto è tornato recentemente alla ribalta perchè gli Stati Uniti hanno finalmente ottenuto l'estradizione, dopo aver assicurato il Governo australiano che non sarebbe stato mandato alla sedia elettrica.

Ed infine, concludo il terrificante minestrone natalizio con questo studio condotto nel 2007.

Nei primi sette anni del nuovo millennio l'ambiente australiano ha ucciso 2433 turisti stranieri.
La prima causa di morte sono gli incidenti stradali, seguiti da problemi di salute come insolazioni, attacchi cardiaci e simili, causati solitamente dalle estreme condizioni ambientali, mentre al terzo posto c'è l'affogamento. Poi cause naturali, tipo morire di sete nel deserto o simili..

Le autorità commentano che i turisti sono troppo sprovveduti e pensano di entrare in acqua a farsi il bagno come fossero nel calmo e morente Mediterraneo, o si avventurano nel bush come se dovessero fare due passi nei parchi cittadini.

D'altronde bisogna ricordarsi che nel 1969 l'Australia ha perso l'allora Primo Ministro Harold Holt a seguito di una nuotata nelle agitate acque di Cheviot Beach, vicino Melbourne. Era il 17 dicembre, un weekend, ed Harold è entrato in acqua per rinfrenscarsi. La corrente era così forte che semplicemente il Primo Ministro è sparito alla vista degli amici e non è mai stato ritrovato.

Se può succedere al Primo Ministro, figuratevi a voi, poveri turisti!

ps-Ho rivinato i vostri sonni natalizi?

lunedì 6 dicembre 2010

I kookaburra albini


Grazie alla segnalazione di un attento lettore del blog mi arriva sotto il naso un breve articolo su un rarissimo ritrovamento: due kookaburra albini beccati nel nord del Queensland!

Questa volta la pagina è in italiano e quindi mi limito a lasciarvi il link qua.

Ritengo che il blog abbia ricevuto il suo regalo natalizio!
Grazie Fabio!

sabato 4 dicembre 2010

Terrificanti storie natalizie 1


Le terrificanti storie natalizie che vi racconterò questo mese in realtà non hanno nulla a che fare con il Natale.
Ma siccome, a mio parere, l'Australia tutta non ha a che fare con il Natale, ecco un modo per ricordarvelo! In più rovinerò i vostri sonni mentre aspettate il ciccione vestito di rosso. Che c'è di meglio?

La prima terrificante storia nataliza ci porta nel Kimberley, marzo 1987.

Il Kimberley è ancora oggi una remota regione del nord-ovest. E quando dico remota, intendo veramente remota. Avete presente la storia del Kookaburra a motore?
In ogni caso quella volta un motoscafo da crociera con 5 persone a bordo, immagino benestanti, stava girovangando per la frastagliata costa quando decise di andare a visitare le Kings Cascade.
Buttarono l'ancora e decisero di farsi una nuotata rinfrescante per arrampicarsi sulle roccie.

Ora il problema è che il nord Australia è ricco di coccodrilli. Ma il problema dei coccodrilli è che, oltre ad essere dei coccodrilli, la maggior parte di essi sono d'acqua salata. Ciò significa che queste bestie da Jurassic Park popolano allegramente tutti i fiumi dal tropico in su, e che in più, spesso, si fanno una nuotata fino alla foce del fiume, escono in mare, magari fanno due passi sulla spiaggia (non si sa mai) e vanno a visitare la foce di un altro fiume per incontrare amici, femminucce e nuove prede. Insomma: se già è pericoloso stare in spiaggia, figuratevi farsi il bagno in un placido fiume dove quelle bestie nidificano.

Ma i nostri 5 amici evidentemente ignoravano o sottovalutavano questo piccolo problema (dai 3 metri in su) giurassico.

Tra le cinque persone quel giorno c'era Ginger Faye Meadows, una modella part-time di Charlottesville, Virginia. Lei ed un'amica nuotarono fino alla parete rocciosa della cascata e si fermarono a riposare su una roccia, con l'acqua che arrivava loro alla vita.
A quel punto si accorsero del coccodrillo, il quale si era accorto di loro già da un pò e nuotava tranquillamente per raggiungerle.
Non saprei dire chi delle due, ma in ogni caso provarono a tirargli una scarpa. Secondo il racconto la scarpa andò a segno sulla testa della bestia. Questa chiuse per un attimo un occhio titubante e la Meadows decise di approfittare del momento per nuotare fino alla barca. Circa 20m.

Il coccodrillo la raggiunse e la prese per un fianco a metà strada, portandola sott'acqua. Un testimone sulla barca affermò che sparì per venti secondi, riemerse con le braccia verso l'alto e lo sguardo sconvolto, ma non disse una parola nè fu capace di urlare. Tornò sott'acqua e non riemerse mai più.

Ho trovato un sito web che riporta un articolo di un quotidiano credo americano datato 10 aprile 1987. Nell'articolo la polizia locale afferma di avere ritrovato alcuni resti umani e che grazie alle impronte dentarie possono affermare che si tratta della Meadows. Il sito web è a pagamento quindi non ho potuto raccogliere niente di più.

In ogni caso quello che è straordinario di questa storia non è la morte di una turista sconsiderata (con tutto il rispetto per la povera ragazza) per via di un coccodrillo, ma il fatto che la vittima si sia accorta di ciò che le stava per succedere.
Solitamente infatti, il coccodrillo non lo si vede arrivare.
Ricordatevene.



ps- se volete saperne di più su questo genere di incidenti in Australia, cercate il libro Crocodile attack in Australia di Hugh Edwards.