Le terrificanti storie natalizie che vi racconterò questo mese in realtà non hanno nulla a che fare con il Natale.
Ma siccome, a mio parere, l'Australia tutta non ha a che fare con il Natale, ecco un modo per ricordarvelo! In più rovinerò i vostri sonni mentre aspettate il ciccione vestito di rosso. Che c'è di meglio?
La prima terrificante storia nataliza ci porta nel Kimberley, marzo 1987.
Il Kimberley è ancora oggi una remota regione del nord-ovest. E quando dico remota, intendo veramente remota. Avete presente la storia del Kookaburra a motore?
In ogni caso quella volta un motoscafo da crociera con 5 persone a bordo, immagino benestanti, stava girovangando per la frastagliata costa quando decise di andare a visitare le Kings Cascade.
Buttarono l'ancora e decisero di farsi una nuotata rinfrescante per arrampicarsi sulle roccie.
Ora il problema è che il nord Australia è ricco di coccodrilli. Ma il problema dei coccodrilli è che, oltre ad essere dei coccodrilli, la maggior parte di essi sono d'acqua salata. Ciò significa che queste bestie da Jurassic Park popolano allegramente tutti i fiumi dal tropico in su, e che in più, spesso, si fanno una nuotata fino alla foce del fiume, escono in mare, magari fanno due passi sulla spiaggia (non si sa mai) e vanno a visitare la foce di un altro fiume per incontrare amici, femminucce e nuove prede. Insomma: se già è pericoloso stare in spiaggia, figuratevi farsi il bagno in un placido fiume dove quelle bestie nidificano.
Ma i nostri 5 amici evidentemente ignoravano o sottovalutavano questo piccolo problema (dai 3 metri in su) giurassico.
Tra le cinque persone quel giorno c'era Ginger Faye Meadows, una modella part-time di Charlottesville, Virginia. Lei ed un'amica nuotarono fino alla parete rocciosa della cascata e si fermarono a riposare su una roccia, con l'acqua che arrivava loro alla vita.
A quel punto si accorsero del coccodrillo, il quale si era accorto di loro già da un pò e nuotava tranquillamente per raggiungerle.
Non saprei dire chi delle due, ma in ogni caso provarono a tirargli una scarpa. Secondo il racconto la scarpa andò a segno sulla testa della bestia. Questa chiuse per un attimo un occhio titubante e la Meadows decise di approfittare del momento per nuotare fino alla barca. Circa 20m.
Il coccodrillo la raggiunse e la prese per un fianco a metà strada, portandola sott'acqua. Un testimone sulla barca affermò che sparì per venti secondi, riemerse con le braccia verso l'alto e lo sguardo sconvolto, ma non disse una parola nè fu capace di urlare. Tornò sott'acqua e non riemerse mai più.
Ho trovato un sito web che riporta un articolo di un quotidiano credo americano datato 10 aprile 1987. Nell'articolo la polizia locale afferma di avere ritrovato alcuni resti umani e che grazie alle impronte dentarie possono affermare che si tratta della Meadows. Il sito web è a pagamento quindi non ho potuto raccogliere niente di più.
In ogni caso quello che è straordinario di questa storia non è la morte di una turista sconsiderata (con tutto il rispetto per la povera ragazza) per via di un coccodrillo, ma il fatto che la vittima si sia accorta di ciò che le stava per succedere.
Solitamente infatti, il coccodrillo non lo si vede arrivare.
Ricordatevene.
ps- se volete saperne di più su questo genere di incidenti in Australia, cercate il libro Crocodile attack in Australia di Hugh Edwards.
Ma siccome, a mio parere, l'Australia tutta non ha a che fare con il Natale, ecco un modo per ricordarvelo! In più rovinerò i vostri sonni mentre aspettate il ciccione vestito di rosso. Che c'è di meglio?
La prima terrificante storia nataliza ci porta nel Kimberley, marzo 1987.
Il Kimberley è ancora oggi una remota regione del nord-ovest. E quando dico remota, intendo veramente remota. Avete presente la storia del Kookaburra a motore?
In ogni caso quella volta un motoscafo da crociera con 5 persone a bordo, immagino benestanti, stava girovangando per la frastagliata costa quando decise di andare a visitare le Kings Cascade.
Buttarono l'ancora e decisero di farsi una nuotata rinfrescante per arrampicarsi sulle roccie.
Ora il problema è che il nord Australia è ricco di coccodrilli. Ma il problema dei coccodrilli è che, oltre ad essere dei coccodrilli, la maggior parte di essi sono d'acqua salata. Ciò significa che queste bestie da Jurassic Park popolano allegramente tutti i fiumi dal tropico in su, e che in più, spesso, si fanno una nuotata fino alla foce del fiume, escono in mare, magari fanno due passi sulla spiaggia (non si sa mai) e vanno a visitare la foce di un altro fiume per incontrare amici, femminucce e nuove prede. Insomma: se già è pericoloso stare in spiaggia, figuratevi farsi il bagno in un placido fiume dove quelle bestie nidificano.
Ma i nostri 5 amici evidentemente ignoravano o sottovalutavano questo piccolo problema (dai 3 metri in su) giurassico.
Tra le cinque persone quel giorno c'era Ginger Faye Meadows, una modella part-time di Charlottesville, Virginia. Lei ed un'amica nuotarono fino alla parete rocciosa della cascata e si fermarono a riposare su una roccia, con l'acqua che arrivava loro alla vita.
A quel punto si accorsero del coccodrillo, il quale si era accorto di loro già da un pò e nuotava tranquillamente per raggiungerle.
Non saprei dire chi delle due, ma in ogni caso provarono a tirargli una scarpa. Secondo il racconto la scarpa andò a segno sulla testa della bestia. Questa chiuse per un attimo un occhio titubante e la Meadows decise di approfittare del momento per nuotare fino alla barca. Circa 20m.
Il coccodrillo la raggiunse e la prese per un fianco a metà strada, portandola sott'acqua. Un testimone sulla barca affermò che sparì per venti secondi, riemerse con le braccia verso l'alto e lo sguardo sconvolto, ma non disse una parola nè fu capace di urlare. Tornò sott'acqua e non riemerse mai più.
Ho trovato un sito web che riporta un articolo di un quotidiano credo americano datato 10 aprile 1987. Nell'articolo la polizia locale afferma di avere ritrovato alcuni resti umani e che grazie alle impronte dentarie possono affermare che si tratta della Meadows. Il sito web è a pagamento quindi non ho potuto raccogliere niente di più.
In ogni caso quello che è straordinario di questa storia non è la morte di una turista sconsiderata (con tutto il rispetto per la povera ragazza) per via di un coccodrillo, ma il fatto che la vittima si sia accorta di ciò che le stava per succedere.
Solitamente infatti, il coccodrillo non lo si vede arrivare.
Ricordatevene.
ps- se volete saperne di più su questo genere di incidenti in Australia, cercate il libro Crocodile attack in Australia di Hugh Edwards.
2 commenti:
urca...! paurissima! certo però che tirargli una scarpa.. per me l'ha fatto incazzare di più!
O.T. ho trovato questo articolo ed ho pensato al tuo blog.
bye!
Mamma mia...che finaccia!
Comunque tirare una scarpa a un coccodrillo sa di inguaribile ottimismo!Oppure di 'faccio quel che posso fino alla fine'.
Porcaccia però...mi viene in mente la turista tedesca che l'altro ieri è stata mangiata da uno squalo nel mar rosso.
E pensare che io l'ho pure visto uno squaletto...
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