Se c'è una cosa che fa tristezza in Australia è la pizza.
La si trova in tantissimi ristoranti in una miriade di improbabili gusti, ma mangiarne una buona è un'impresa.
Prima di tutto il forno a legna è un lusso che noi non abbiamo ancora avuto il piacere di trovare, ed in secondo luogo la cucina italiana, seppur seguitissima, è vittima di libere e deprecabili interpretazioni.
Ad esempio, non so perchè ma sembra che il bordo bruciacchiato della pizza, che rimane generalmente bianco perchè il pizzaiolo non ci spalma bene il sugo, qua è invece un vero e proprio bordo contenitivo dei condimenti, altro anche 3cm, come fosse una crostata, ad al suo interno si può persino scegliere di trovarci il ketchup o la majonaise.
Ovviamente il sugo non è sugo di pomodori freschi, la mozzarella non esiste, e i "modelli" più richiesti sono con cubetti di prosciutto cotto e ananas, oppure pezzetti di carne al barbeque (genarlmente pollo, wurstel e salame) con ketchup e salsa barbeque.
Aggiungete due considerazioni:
Uno - In Australia l'ora della cena inizia alle sei del pomeriggio ed alle otto le cucine del 90% dei locali hanno chiuso.
Due - Non ci sono pizzerie ad ogni angolo della città come da noi, ma non ci sono neanche ad ogni quartiere, se per quello. Diciamo pure che le pizzerie sono rarissime.
Il risultato è che mangiare una pizza è un evento raro, e la sua rarità è condita da fortissime delusioni.
Rimangono un poco più presenti sul territorio le pizzerie di massa importate dagli Stati Uniti. Le mega catene che rispondo ai nomi di "Domino's Pizza", "Eagle Boys pizza", "Pizza Capers" e "Pizza Hutt". Una peggio dell'altra.
Preparate da ragazzini svogliati che non hanno nulla a che fare con la ristorazione in generale, consistono in palline di pasta appiattite dai macchinari, messe in piccolissime teglie rotonde (con le quali non c'è rischio di sbagliare dimensione), condite interamente nello stesso istante e messe in forni elettrici, ove un computer indica quanti minuti mancano alla consegna del prodotto.
Il tutto ricorda tristemente le simili preparazioni degli hamburger nei fastfood, ove tutto è ridotto alla ripetitività calcolata delle catene di motaggio, ed i ragazzini senza nessuna conoscenza nè tanto meno cultura culinaria, possono in qualche modo servire da mangiare al pubblico.
Alcune pizze, molto richieste, rispondo ai nomi di: meatosaurus (gioco di parole tra carne e dinosauro); double bacon cheesburger (doppio hamburger di formaggio con pancetta - la volete assaggiare?); super supremo (di tutto un pò compresa l'ananas e il manzo).
Ed ecco a voi le generose dimensioni di una scellerata pizza comprata da Domino's...
La si trova in tantissimi ristoranti in una miriade di improbabili gusti, ma mangiarne una buona è un'impresa.
Prima di tutto il forno a legna è un lusso che noi non abbiamo ancora avuto il piacere di trovare, ed in secondo luogo la cucina italiana, seppur seguitissima, è vittima di libere e deprecabili interpretazioni.
Ad esempio, non so perchè ma sembra che il bordo bruciacchiato della pizza, che rimane generalmente bianco perchè il pizzaiolo non ci spalma bene il sugo, qua è invece un vero e proprio bordo contenitivo dei condimenti, altro anche 3cm, come fosse una crostata, ad al suo interno si può persino scegliere di trovarci il ketchup o la majonaise.
Ovviamente il sugo non è sugo di pomodori freschi, la mozzarella non esiste, e i "modelli" più richiesti sono con cubetti di prosciutto cotto e ananas, oppure pezzetti di carne al barbeque (genarlmente pollo, wurstel e salame) con ketchup e salsa barbeque.
Aggiungete due considerazioni:
Uno - In Australia l'ora della cena inizia alle sei del pomeriggio ed alle otto le cucine del 90% dei locali hanno chiuso.
Due - Non ci sono pizzerie ad ogni angolo della città come da noi, ma non ci sono neanche ad ogni quartiere, se per quello. Diciamo pure che le pizzerie sono rarissime.
Il risultato è che mangiare una pizza è un evento raro, e la sua rarità è condita da fortissime delusioni.
Rimangono un poco più presenti sul territorio le pizzerie di massa importate dagli Stati Uniti. Le mega catene che rispondo ai nomi di "Domino's Pizza", "Eagle Boys pizza", "Pizza Capers" e "Pizza Hutt". Una peggio dell'altra.
Preparate da ragazzini svogliati che non hanno nulla a che fare con la ristorazione in generale, consistono in palline di pasta appiattite dai macchinari, messe in piccolissime teglie rotonde (con le quali non c'è rischio di sbagliare dimensione), condite interamente nello stesso istante e messe in forni elettrici, ove un computer indica quanti minuti mancano alla consegna del prodotto.
Il tutto ricorda tristemente le simili preparazioni degli hamburger nei fastfood, ove tutto è ridotto alla ripetitività calcolata delle catene di motaggio, ed i ragazzini senza nessuna conoscenza nè tanto meno cultura culinaria, possono in qualche modo servire da mangiare al pubblico.
Alcune pizze, molto richieste, rispondo ai nomi di: meatosaurus (gioco di parole tra carne e dinosauro); double bacon cheesburger (doppio hamburger di formaggio con pancetta - la volete assaggiare?); super supremo (di tutto un pò compresa l'ananas e il manzo).
Ed ecco a voi le generose dimensioni di una scellerata pizza comprata da Domino's...
Che presa per i fondelli.. e faceva pure schifo!
1 commento:
altro che pizzametro da paolo!!!!
Al di la delle misure è l'improponibilità degli ingredienti che stupisce!!!!
Fai da te!vuoi mettere un giorno la pizza RO&Fede?
Suvvia avete tante altre amenità....
in attesa mi strafogo in una mega pizza MARGHEITAAAAA!!!!!!TEA
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